io,Caterina Orsini


“Tutto ciò che l’uomo può fare è muovere le cose. E per farlo non ha a disposizione altro che il muscolo, sia che debba bisbigliare una sillaba o abbattere una foresta”
(C. S. Sherrington, 1924)

venerdì 20 gennaio 2012

Notizie

Nel 1837, Charles Bell, un chirurgo vissuto tra la seconda metà del 1700 e la prima metà del 1800,  pose per la prima volta il seguente quesito «Come fa un uomo a mantenere la postura eretta o inclinata contro il vento che gli soffia contro? Ė evidente che possiede un senso attraverso il quale conosce  l’inclinazione del suo corpo e che possiede la capacità di riaggiustare e correggere tutti gli scarti in rapporto alla verticale».

Nel 1853, Romberg M. H. (neurologo), mette in luce il ruolo della vista e della propriocezione podalica. Mentre nel 1911, E. De Cyon studia il ruolo della propriocezione oculomotoria nel mantenimento dell’equilibrio.
Il ruolo determinante della funzione visiva nella regolazione della postura è stato sempre più evidenziato dagli studi di Darell Boyd Harmon (1951)

Nel 1955, J. B. Baron afferma il principio che anche il tono della postura è regolato dal sistema posturale e attribuisce una grande importanza ai muscoli oculomotori nel mantenimento della postura stessa e dell’equilibrio.

Successivamente (1974) Lee D. N. e Aronson E. hanno fatto capire che la visione funziona come un propriocettore fornendo informazioni sulla posizione del corpo (da cui il termine di propriocezione visiva). L’occhio è sia un endorecettore che un esorecettore e partecipa al sistema tonico posturale con due funzioni: la funzione sensoriale e la funzione motoria. Contemporaneamente, tra gli anni ’70 e ’80 sempre più studi e ricerche iniziano a rilevare un deficit a livello del controllo dell'equilibrio in pazienti affetti da scoliosi idiopatica (Yamamoto H. e Yamada K., Nachemson A., Dubousset J., Herman R., Stagnara P.).


Nel 1987, Da Cunha M. definisce per primo il concetto di  ‘sindrome da deficit posturale’. A questo autore risale il merito d’aver collegato la disfunzione del sistema posturale ai disturbi statici dell’asse corporeo e alle scoliosi.
Nei successivi anni ’90 Gagey P.M. e Weber B. introducono il temine di posturologia (Posturologie. Régulation et dérèglements de la station debout, Editions Masson, France, 1999)  cercando di connotare questa disciplina in un ambito soprattutto clinico, introducendo per la prima volta argomenti di clinica neurofunzionale relativamente all’ottenimento del riequilibrio della stazione eretta negli esseri umani; scuola da considerarsi come la madre della posturologia moderna. Questa scuola francese ha cercato di definire un protocollo per intervenire, in vari modi (lenti ad effetto prismatico, colliri a base di inosina monofosfato e magneti periorbitario), sulle perturbazioni del recettore primario del sistema posturale, l’occhio; ciò produsse, tuttavia, importanti effetti posturali non prevedibili oltre che rischiosi. 

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