io,Caterina Orsini


“Tutto ciò che l’uomo può fare è muovere le cose. E per farlo non ha a disposizione altro che il muscolo, sia che debba bisbigliare una sillaba o abbattere una foresta”
(C. S. Sherrington, 1924)

giovedì 6 giugno 2013

SCOLIOSI E NUOTO

Oggi voglio trattare l'argomento "Scoliosi e nuoto", perchè  durante l'attività posturale, sovente mi vengono chieste informazioni sulla pratica di questo sport in soggetti con scoliosi.

Spesso, ancora oggi, a coloro che sono interessati dal problema della scoliosi viene proposto e consigliato il nuoto (sport solitamente definito completo) come attività sportiva in quanto si pensava, erroneamente, che l’annullamento della forza di gravità dovuto all’ acqua ed alla posizione in scarico della colonna vertebrale riducesse lo sforzo sulla colonna stessa, ma in realtà questo, per la scoliosi, è controindicato.

Recenti studi dell’ Isico (Istituto scientifico italiano colonna vertebrale) confermano che per la cura delle scoliosi il nuoto può risultare dannoso (ricerca: “Swimming is not a scoliosis treatment: a controlled cross-sectional survey”…il nuoto non è una terapia delle scoliosi). In questi studi sono stati confrontati 112 nuotatori agonisti, con una popolazione di 217 studenti di pari età (maschi e femmine) che pratica sport a livello amatoriale e non. In entrambi i casi sono state misurate le curve fisiologiche del rachide evidenziandone eventuali variazioni rispetto alla normalità (cifosi e lordosi) e la presenza di gibbi. E’ stato fornito ai soggetti coinvolti un questionario inerente il mal di schiena (se era presente ed eventualmente con quale frequenza).
Dai risultati raccolti, si è evidenziato che coloro che praticavano nuoto agonistico, in particolar modo fra le femmine che hanno una maggior mobilità del rachide, dunque più facilmente deformabile,  presentavano delle asimmetrie del tronco più accentuate con ipercifosi e, di conseguenza, con una maggior frequenza di mal di schiena.

Dunque il nuoto non è una terapia per la scoliosi, anzi la può peggiorare.

Posturalmente parlando, durante la fase di galleggiamento, per mantenere gli arti inferiori in asse col bacino, si tende ad accentuare la lordosi lombare (e tutte le scoliosi iniziano con un’accentuazione delle lordosi!) creando compensi a tale livello. Durante le bracciate si effettua un movimento in rotazione che accentua la torsione dei corpi vertebrali coinvolti nella scoliosi e tende a mobilizzare eccessivamente la colonna. Tale meccanismo rotatorio auto-deformante (causa dell’evoluzione di eventuali gibbi scoliotici) viene ulteriormente stimolato dalla pressione dell’acqua e dalle respirazioni forzate.

Non ci sono controindicazioni, come per altri sport, se il nuoto viene praticato a livello amatoriale, un paio di volte a settimana.