io,Caterina Orsini


“Tutto ciò che l’uomo può fare è muovere le cose. E per farlo non ha a disposizione altro che il muscolo, sia che debba bisbigliare una sillaba o abbattere una foresta”
(C. S. Sherrington, 1924)

domenica 6 ottobre 2013

LE CATENE MUSCOLARI

Per effettuare un percorso Posturale efficace il corpo umano va considerato nella sua globalità, per questo è molto importante apprendere e capire il concetto di catene muscolari.

I muscoli del corpo umano sono organizzati in catene muscolari; esse sono formate da un insieme di muscoli, che interagiscono fra loro, ogni singolo muscolo corrisponde ad un anello della catena, partendo dall’occipite, fino alla punta dei piedi. Questo meccanismo di muscoli embricati fa sì che ci sia un’ interazione muscolare che si configura in “catene muscolari”; in esse, tramite la “fascia connettivale”, nessun muscolo è isolato, ma in relazione a tutta la catena di appartenenza, di conseguenza la lunghezza e l’elasticità, di ogni singolo muscolo è strettamente legata a quella di tutti i muscoli appartenenti alla stessa catena.

Un gruppo di muscoli in tensione esercita un’ influenza sugli altri muscoli vicini, sia per un fattore anatomo-fasciale che nervoso (i neuroni eccitati eccitano quelli vicini); ogni muscolo si “estende” nella sua possibilità di azione grazie ai punti di origine/inserzione di due o più muscoli, siano essi contigui o embricati, riuscendo così a prolungare la propria azione anche a “distanza”.

Le catene muscolari rappresentano i motori del nostro corpo, senza le quali non avverrebbe la mobilità dei segmenti corporei.

Ribadiamo il concetto che i muscoli non lavorano in modo isolato, ma si attivano in catena facendo si che una sollecitazione in una sezione della catena avrà conseguenze su tutti gli anelli della stessa; esse rappresentano, così, delle strutture dell’apparato muscoloscheletrico e fasciale tra loro in continuità di piano e di direzione attraverso le quali il corpo si organizza per controllare la statica e la dinamica e attraverso le quali si propagano le forze che agiscono sul corpo umano.

Le catene muscolari si dividono a loro volta in rette, preposte principalmente alla gestione della statica, e crociate, che lavorano per organizzare il movimento. Inoltre hanno dei muscoli “relais” che permettono il passaggio da una catena all’ altra. Queste catene convergono tutte a livello dei cingoli scapolari e pelvico che si deformano, vanno in torsione, sotto l'effetto delle sollecitazioni asimmetriche proteggendo così la colonna vertebrale. I cingoli sono così degli efficaci “sistemi tampone” posturali; quando non riescono ad assolvere tale ruolo, è la colonna che lo assolverà (per esempio con conseguente apparizione di una scoliosi).

Le “catene muscolari” svolgono il doppio ruolo di agonista-antagonista, e così, lo stato di eccessivo tono, di una catena provocherà uno stato di riduzione del tono muscolare nella catena opposta; così un problema muscolare localizzato in una zona ben precisa può migrare in altre, anche molto lontane fra di loro.

Ogni causa che attiva o disattiva specifici muscoli attraverso il gioco delle catene muscolari crea adattamenti a cascata: è possibile capire, così, come un problema funzionale (in cui vi è una limitazione di mobilità) possa ripercuotersi a livello di distretti corporei molto distanti da quello dell'insorgenza del problema.

Nella “funzione” nulla è isolato, ogni movimento articolare equilibra, dirige e completa un altro movimento ed è reciprocamente equilibrato, diretto e completato da un altro movimento articolare; tutti i nostri gesti sono ‘globali’ e reclutano l’ insieme del sistema muscolare e del sistema  locomotore; in ciò si chiarisce il concetto di globalità anatomica e funzionale: l’uomo è un tutto coerente dove ogni struttura trova la sua perfetta collocazione. Il corpo umano è nell’insieme un tutt'uno, rappresenta una unità funzionale paragonabile a un sistema interdipendente; una catena formata da più maglie, in cui la disfunzione di una si riflette sull’intero circuito che compensa adattandosi.

Il concetto di catena muscolare come sistema morfo-funzionale operante in un ambito di globalità come quello della postura corporea ben si adatta all'impostazione di reciprocità e di interdipendenza tra i vari settori del “sistema tonico-posturale”.

Lo studio delle catene si è sviluppato dal lavoro di G. Stuyf-Denys ripreso, in modo particolare, da autori quali Mézières F. e Busquet L.. Esistono diverse classificazioni (in verità sono ‘scuole di pensiero’) rispetto a queste catene con differenze a volte sconcertanti.Tutti sono d’accordo sul fatto che i muscoli lavorano in famiglie dalla testa ai piedi ma non sul collegamento tra i diversi muscoli. Secondo me, ogni persona ha sviluppato le proprie strategie neuromuscolari e questo spiega la differenza tra le diverse teorie» (in Caiazzo P., TOP, Terapia Osteopatico-posturale, Marrapese Editore, Roma, 2007).