io,Caterina Orsini


“Tutto ciò che l’uomo può fare è muovere le cose. E per farlo non ha a disposizione altro che il muscolo, sia che debba bisbigliare una sillaba o abbattere una foresta”
(C. S. Sherrington, 1924)

venerdì 30 marzo 2012

ATTEGGIAMENTO SCOLIOTICO

1.   ATTEGGIAMENTO SCOLIOTICO

E' fondamentale dal punto di vista diagnostico distinguere tra atteggiamento scoliotico e scoliosi strutturale, che sono entrambe deviazioni del rachide rispetto alla verticalità nel piano frontale. La distinzione tra atteggiamento e scoliosi è necessaria e fondamentale, poichè non vi è nessun rapporto tra di loro.
L'atteggiamento scoliotico è un'alterazione funzionale della stazione eretta: la deviazione si riduce interamente in posizione supina con il bacino ben equilibrato. Questa deviazione di tipo funzionale si può sviluppare conseguentemente ad altre anormalità:
- un difetto ad un'arto inferiore;
- una deviazione laterale, di solito associata a dolore, che è sintomo di una lesione vertebrale o endorachidea;
- alterazioni posturali spesso presenti nel periodo evolutivo della crescita.
Dunque, quando si tratta di atteggiamento scoliotico, le deviazioni del rachide sono apprezzabili solo in stazione eretta, poichè si tratta di compensi posturali attuati involontariamente per risolvere i problemi della statica.

Quando si tratta di una scoliosi, invece, le deviazioni della colonna permangono anche quando il soggetto flette il tronco in avanti o è in decubito supino. Nella scoliosi strutturata le strutture anatomiche sono deformate. L'approccio posturale, partendo dall'idea della globalità, mira a correggere le deviazioni rachidee educando le percezioni propriocettive. L'individuo è guidato dal terapista in un processo lento e graduale che gli permetterà, in diverse posizioni, di percepire i punti di appoggio del proprio corpo con il suolo e di prenderne consapevolezza per poter poi intraprendere un trattamento volto a correggere gli squilibri.




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