Oggi voglio trattare l'argomento "Scoliosi e nuoto", perchè durante l'attività posturale, sovente mi vengono chieste informazioni sulla pratica di questo sport in soggetti con scoliosi.
Spesso, ancora oggi, a coloro che sono
interessati dal problema della scoliosi viene proposto e consigliato il nuoto
(sport solitamente definito completo) come
attività sportiva in quanto si pensava, erroneamente, che l’annullamento della
forza di gravità dovuto all’ acqua ed alla posizione in scarico della colonna
vertebrale riducesse lo sforzo sulla colonna stessa, ma in realtà questo, per
la scoliosi, è controindicato.
Recenti studi dell’ Isico (Istituto scientifico
italiano colonna vertebrale) confermano che per la cura delle scoliosi il nuoto
può risultare dannoso (ricerca: “Swimming is not a scoliosis treatment: a
controlled cross-sectional survey”…il nuoto non è una terapia delle scoliosi).
In questi studi sono stati confrontati 112 nuotatori agonisti, con una
popolazione di 217 studenti di pari età (maschi e femmine) che pratica sport a
livello amatoriale e non. In entrambi i casi sono state misurate le curve
fisiologiche del rachide evidenziandone eventuali variazioni rispetto alla
normalità (cifosi e lordosi) e la presenza di gibbi. E’ stato fornito ai
soggetti coinvolti un questionario inerente il mal di schiena (se era presente
ed eventualmente con quale frequenza).
Dai risultati raccolti, si è evidenziato che
coloro che praticavano nuoto agonistico, in particolar modo fra le femmine che
hanno una maggior mobilità del rachide, dunque più facilmente deformabile, presentavano delle asimmetrie del tronco più
accentuate con ipercifosi e, di conseguenza, con una maggior frequenza di mal
di schiena.
Dunque il nuoto non è una terapia per la
scoliosi, anzi la può peggiorare.
Posturalmente parlando, durante la fase di
galleggiamento, per mantenere gli arti inferiori in asse col bacino, si tende
ad accentuare la lordosi lombare (e tutte le scoliosi iniziano con
un’accentuazione delle lordosi!) creando compensi a tale livello. Durante le
bracciate si effettua un movimento in rotazione che accentua la torsione dei corpi vertebrali coinvolti nella
scoliosi e tende a mobilizzare eccessivamente la colonna. Tale meccanismo
rotatorio auto-deformante (causa dell’evoluzione di eventuali gibbi scoliotici)
viene ulteriormente stimolato dalla pressione dell’acqua e dalle respirazioni
forzate.
Non ci sono controindicazioni, come per altri
sport, se il nuoto viene praticato a livello amatoriale, un paio di volte a
settimana.