POSTURA E SPORT
L’uomo si muove nello
spazio circostante, adattandosi
all’ambiente, per questo la posizione del corpo nello spazio è in continua
modificazione.
Con il concetto di
Postura s’intende la posizione del corpo nello spazio e la relativa relazione
tra i suoi segmenti corporei. La postura di un soggetto è frutto del suo
vissuto nell’ambiente in cui vive, determinato anche da traumi fisici ed emotivi,
stress, posture lavorative scorrette ripetute e mantenute nel tempo,
respirazione scorretta, squilibri biochimici conseguenti a una errata
alimentazione, ecc.
L’individuo, con la
postura corretta, assume col corpo la posizione più idonea nello spazio, per
attuare le funzioni antigravitarie con il minor dispendio energetico. Di conseguenza una delle funzioni
prioritarie cui il corpo deve far fronte è quella dell’equilibrio, funzione
complessa che consente l’interazione dinamica del soggetto con l’ambiente
circostante, in armonia con la forza di gravità.
Abbiamo detto che il
nostro corpo si sposta nello spazio, per cui è strutturato in modo tale che
comunque è governato da leggi della fisica ed implica il movimento (che
comporta una variazione delle posture in sequenza). Se ne deduce che sono molto
importanti i concetti di spazialità, antigravità ed equilibrio.
Lo sport ormai è
diventato parte integrante della nostra società. L’attività sportiva è
finalizzata al miglioramento del corpo in tutta la sua complessità (muscolare,
articolare, organico, funzionale, neurologico…), ma spesso le persone sportive
(atleti e non) accusano dolori che li vincolano nella pratica della loro
disciplina.
Qualunque sia la
pratica sportiva, non deve causare dolori, deformazioni, impotenze funzionali o
comportare danni alle strutture, perché perde la valenza prioritaria del
raggiungimento del benessere fisico. A livelli più elevati, come nell’agonismo,
i problemi sono più accentuati.
Nella pratica
sportiva, sia agonistica che non, fisiologicamente l’organismo viene
maggiormente sollecitato rispetto alla normale quotidianità. Chiunque può
subire un trauma nell’ esercizio del suo sport preferito. Se un soggetto ha
disturbi, dolore, adotterà una serie di compensi per rendere possibile
l’omeostasi e svolgere ugualmente la sua disciplina, ma questo comporterà, a
lungo andare, una maggior facilità a instaurare danni a muscoli, legamenti e
articolazioni con una conseguente
riduzione delle stesse performance sportive.
In caso di squilibri
del Sistema Posturale (ipo/iper mobilità articolare, bascule del bacino, blocchi, contratture, rotazioni) il corpo si
adatterà nella globalità e questo comporterà una riduzione della resa sportiva.
Dunque la postura del
soggetto sportivo è molto importante, sia per realizzare un gesto atletico
ottimale in vista di una competizione sportiva, sia per la prevenzione degli
infortuni e/o per il recupero o la rieducazione e la cura. In caso di
squilibrio posturale s’incorre più facilmente in traumi, distorsioni
articolari, artrosi, ernie discali, crampi e facile esauribilità neuromuscolare.
Il gesto sportivo è la
capacità di compiere, nel minor tempo possibile, col minor dispendio energetico
e con la massima intensità, un gesto motorio come reazione a un segnale di
varia entità (visivo, acustico, tattile, mentale…). Un’ attenta valutazione
posturale, seguita da riprogrammazione globale dei recettori alterati (RPG) ed eventuale
rieducazione posturo-consapevole, permettono all’atleta di raggiungere un maggiore
equilibrio globale sia nella statica che nella dinamica, con conseguente riduzione
degli infortuni e miglioramento delle performance sportive (perché con il
giusto equilibrio fra i muscoli agonisti e antagonisti, il gesto sportivo
risulta più ergonomico ed efficace!).
In una postura
equilibrata riscontriamo un “gioco armonico” dei muscoli agonisti e
antagonisti, senza sovraccarichi e squilibri sulle catene muscolari. In caso
contrario, invece, nell’organismo s’instaura un nuovo equilibrio con l’adozione
di compensi a qualche livello. Un muscolo accorciato avrà effetto
di disturbo sia direttamente sull’articolazione sulla quale s’inserisce, che su
altre articolazioni a distanza per effetto delle catene muscolari, creando
disturbi e dolori (contratture, crampi, tendiniti, ernie, rotazioni assiali e
traslazioni, valgismo o varismo di piedi e ginocchia…).
Le catene muscolari,
tramite la “fascia connettivale”, sono
formate da un insieme di muscoli, che interagiscono fra loro; ogni singolo
muscolo corrisponde a un anello della catena, partendo dall’ occipite, fino alla
punta dei piedi e nessuno di essi è isolato, ma in relazione con tutta la
catena di appartenenza (sia per un fattore anatomo-funzionale che nervoso, i
neuroni eccitati eccitano quelli vicini). Di conseguenza una sollecitazione in
una parte qualsiasi della catena (accorciamento muscolare) influirà su tutti
gli anelli della stessa e l’intera catena muscolare sarà più corta creando, a
lungo andare, disturbi e dolori in diverse zone del corpo.
La cosa ottimale
sarebbe quella di proporre a tutti quelli che praticano attività sportiva, sia agonistica
che non, a scopo preventivo, una valutazione posturale globale, rilevando i
disequilibri muscolari adottati, gli eventuali compensi strutturati,
ripristinando un corretto equilibrio delle diverse catene muscolari,
riprogrammando i recettori causativi di tali disequilibri; il tutto per
ottimizzare la postura dell’atleta, permettendogli di ottimizzare le sue
prestazioni sportive, ma soprattutto per prevenire infortuni.